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  • La Cultura dell'Accoglienza

    La Cultura dell'Accoglienza

Accanto all’accoglienza e al sostegno educativo delle persone accolte, riteniamo fondamentale la presenza di alcuni elementi, da promuovere nella quotidianità dell’accoglienza:

  • il ruolo centrale del volontariato e delle possibili reti da attivare sul territorio;
  • la formazione dei volontari stessi;
  • la promozione di momenti di convivialità e di momenti di gruppo per sviluppare un senso di comunità fatto di rispetto, impegno, diritti e doveri;
  • la diffusione/sostegno di iniziative volte al dialogo interculturale.
  • Ai volontari è affidato il compito di animare l’accoglienza sia con un “fare” (sostegno alla progettualità di vita, co-partecipazione ad attività e laboratori, affiancamento a corsi specifici come italiano/patente, ecc.), sia con un semplice “stare”.

Gianluca Mingozzi

Consigliere Centro Astalli Bologna ODV

L'accoglienza oggi è un ambito ormai istituzionalizzato e sottoposto alle note pressioni sociali e politiche, mentre é profonda esigenza nell'essere umano sentirsi e vedersi accolto,  e perciò anche accogliere.

L'accoglienza dell'altro è oggi soprattutto rivolgersi ai suoi bisogni materiali. Ma anche le persone che non sono ostaggio della povertà attendono e desiderano sentirsi e vedersi accolti. Nelle loro gioie e nelle loro sofferenze. Ognuno di noi è l'altro e chiede accoglienza e rifugio. E ognuno di noi è chiamato a rispondere a questo appello, sapendo che domani saremo noi, sarò io a chiedere all'altro di essere accolto.

È la natura dell'essere umano ritrovarsi in queste povere spoglie e chiedere aiuto all'altro. Per questo diventa disumano ignorare queste aspettative, rifiutando accoglienza e aiuto. Disumano, perché contro natura. La natura umana.


Francesca Ciampi

Consigliere Centro Astalli Bologna ODV

Cultura dell’accoglienza è: il desiderio di ascoltare le storie "dell'altro" e accogliere i suoi bisogni per costruire un mondo, meravigliosamente pieno di disordine e colori, in cui ognuno ha lo spazio per essere felice. Nello scambio tra racconto e ascolto, ci sono anche pause di silenzio, fatte di contraddizioni fortissime, di domande senza risposta, di dolore; ma dopo le pause il dialogo riprende.