Skip to main content

Sul ‘Tandem’ coi migranti: una lezione tira l’altra, fuori dall’emarginazione

Sul ‘Tandem’ coi migranti: una lezione tira l’altra, fuori dall’emarginazione

Pubblicato il:

Lezioni di italiano, aiuto per i compiti, ma anche nello studio per ottenere la patente e nell’esplorare la città per conoscerne e padroneggiarne spazi e servizi. Un bel pezzo di integrazione dei migranti passa anche da qui; accompagnare, servire e difendere i diritti dei migranti si fa anche così. Ed è quel che si realizza con “Tandem one-to-one”, una delle attività settimanali del Centro Astalli di Bologna che impegna volontari e ospiti di San Salvatore e Casa Eden. Un’attività che serve per “accompagnare gli ospiti nel raggiungimento della piena autonomia, percorsi ad hoc che rispondono alle necessità di ciascuno”, la inquadra chi la segue e conosce da vicino. Ma non solo. “Tandem è importante per due motivi. Innanzitutto, serve per aiutare nell’apprendimento dell’italiano, elemento fondamentale per l’integrazione”, però, come racconta Sofia, una volontaria, è anche “un’ottima occasione per conoscersi e creare un bel momento di scambio culturale”. Come in un tandem: si va, se ci si ‘sincronizza’. L’integrazione così funziona.

 

Come in un tandem si va avanti se si ‘pedala’ in due.

Funziona? “Seguendo ogni ragazzo individualmente, è più facile identificare e focalizzarsi sui suoi bisogni più specifici. Il bello del tandem è che non si traduce mai in semplici lezioni asettiche, ma è sempre uno scambio dinamico, che permette di instaurare un legame, di scoprire gli argomenti più sentiti da ognuno, aprendo una finestra sulla loro vita quotidiana, sui loro interessi e, talvolta, sul loro passato”, risponde Sofia. Tandem funziona anche perché, prosegue Pier, anche lui altro volontario, spesso ai corsi di italiano partecipano in tanti, mentre “ritrovarsi con un facilitatore a tu per tu significa potersi permettere di entrare più in profondità nelle cose, contattare maggiormente i propri bisogni e recuperare i propri tempi di apprendimento. Anche nello studio della patente di guida, Tandem è un'occasione importante per andare in profondità nella comprensione e confrontarsi su tante dinamiche che noi occidentali diamo per scontato”.

E’ proprio quel ‘one-to-one’, il rapporto ‘1 a 1’ che richiede tempo, energie e disponibilità, uno dei valori aggiunti di questo progetto/attività e un fattore della sua efficacia e riuscita. “Al di là dell’aiuto concreto sui contenuti, il valore maggiore del tempo trascorso insieme risiede nel contribuire a ‘familiarizzare’ il loro vissuto scolastico, spiegando ciò che può apparire estraneo alla loro cultura di origine, rassicurandoli riguardo a eventuali ansie da prestazione e offrendo una possibilità di risonanza su episodi capitati in classe”, conferma Marco che ha assistito nello studio un ragazzino ed una bambina di nazionalità afghana.

 

Tandem apre una ‘strada’ che altrove non si imboccherebbe

Certamente i ragazzi sono grati di questo supporto e si impegnano molto a lezione. Spesso, purtroppo, sono ostacolati da lunghi turni di lavoro che impediscono ad alcuni di seguire regolarmente le lezioni e, nel peggiore dei casi, li portano ad abbandonare. Inoltre, non tutti i ragazzi sono abbastanza motivati a iniziare questo percorso o a portarlo avanti, per cui è fondamentale coinvolgerli e spronarli il più possibile”, racconta ancora Pier. “Ho notato che spesso i migranti si accontentano di un livello molto basico di italiano per comunicare, senza intuire che per una maggiore integrazione nella nostra società è necessario un salto di qualità in tal senso, è lì allora che nasce la nostra sfida nel riuscire ad agganciarli con qualcosa che vada ad intercettare i loro bisogni più immediati (patente di guida ad esempio) per portarli indirettamente ad approfondire e migliorare la lingua”, evidenzia ancora Pier.

Come in meccanica, il tandem funziona se due ‘effetti’ si sommano. L’integrazione funziona così. “Possono emergere tante cose che si hanno in comune, così come possono verificarsi incomprensioni e difficoltà. tuttavia, si tratta sempre di un momento di profondo arricchimento per entrambi i partecipanti”, osserva Sofia. Il Tandem diventa così “un’occasione preziosa per entrare in relazione e instaurare un rapporto di fiducia e amicizia a volte”.

 

Non solo interiorizzare: tirar fuori per guardare avanti, oltre

Sofia ha messo l’accento sull’idea di “uno scambio dinamico, che permette di instaurare un legame, di scoprire gli argomenti più sentiti da ognuno, aprendo una finestra sulla loro vita quotidiana, sui loro interessi e, talvolta, sul loro passato”. E’ così, e conta tanto. Nel tirare le somme su ‘Tandem’ però c’è quindi questo un altro aspetto che emerge con forza. Non è importante solo per ciò che aiuta ad apprendere, interiorizzare. Ma anche e soprattutto per quello che tira fuori.

Talvolta integrare passa tanto da ascoltare. “Una costante emersa soprattutto con S., il ragazzo afghano che frequentava la terza media, è stato il suo bisogno di richiamare momenti e aspetti della sua vita nel Paese di origine, spesso drammatici o esposti al rischio. In particolare, ricordo che più di una volta ha ricordato l’episodio dell’esplosione di un ordigno nello spazio antistante la scuola mentre lo interrogavano in matematica. Ho avvertito che alla base di questo racconto ricorrente ci fosse in qualche modo il bisogno di esprimere e liberare un nodo ancora ben presente nel suo animo e nel suo mondo emotivo. S. ha attribuito a questo episodio anche la sua ansia per la matematica, ansia che prima non ricordava di avere”, racconta Marco. Altrettanto frequenti i racconti di alcune situazioni di pericolo vissute dai suoi familiari sotto la minaccia dei talebani. ‘Sistemare i ricordi’, dunque, per andare avanti. “Credo - dice Marco - che l’urgenza di ricordare queste vicende abbia un valore liberatorio, ma ritengo molto importante anche che i volontari aiutino i migranti, soprattutto minori, a considerare la loro condizione attuale come sottratta alla minaccia continua e come potenziale possibilità di un nuovo orizzonte”.